Marco Maddii: "Vi racconto la prima vittoria di Ducati nel cross"

Abbiamo incontrato, in esclusiva, il team manager della squadra Ducati per approfondire il successo di Lupino e Cairoli a Ponte a Egola

1/20

Ci sono voluti quattro tentativi, ma alla fine un pilota Ducati è salito sul gradino più alto del podio di una gara del Campionato Italiano Motocross. Si tratta di Alessandro Lupino che ha vinto davanti al compagno di squadra Tony Cairoli l'insidiosa gara di Ponte a Egola, condizionata dal maltempo. Per approfondire alcuni temi e situazioni vissute nel weekend abbiamo incontrato il team manager della squadra Marco Maddii che, assieme al gruppo di lavoro del Ducati Corse Offroad capitanato da Paolo Ciabatti, sta portando avanti lo sviluppo della Desmo450 MX.

La prima impressione è che si sia fatto un grosso passo avanti rispetto alle prime tre gare. È così?

“Sì. Dopo Mantova abbiamo iniziato a girare di più, a provare diversamente e oggi se ne vedono i benefici. Sulle moto sono stati fatti miglioramenti e aggiustamenti, soprattutto a livello di sospensioni. Da dopo Cingoli abbiamo fatto uno step importante anche su questo”.

Siete passati da usare sospensioni Showa “standard” a prodotti racing?

“Adesso utilizziamo Showa Kit A. Non c’è tutta questa differenza rispetto alle sospensioni standard, ma sono migliorative in ottica gara. È tutto in linea con il programma schedulato per arrivare alla definizione della moto ufficiale del prossimo anno: siamo partiti con sospensioni originali, adesso usiamo le Kit A e poi avremo materiale Factory”.

A Ponte a Egola avete dominato dal primo all’ultimo giro, con entrambi i piloti. Ma gli avversari erano gli stessi delle tre gare precedenti. Secondo te a Ponte a Egola siete stati voi ad essere andati più forte o gli altri più piano?

“Penso entrambe le cose. La pista era molto tecnica e probabilmente gli altri erano più in difficoltà. Ma piloti come Gifting, Pancar o Forato sono piloti abituati a quelle condizioni e il livello del Campionato Italiano non è così male. Quindi direi che noi abbiamo fatto un passo avanti”.

Le moto di Lupino e Cairoli erano uguali?

“Sì, perfettamente uguali a parte le personalizzazioni delle impostazioni di guida e qualcosa sulla taratura di sospensioni; in base al peso cambiano le molle. Per quanto riguarda motore, ciclistica e performance erano identiche”.

Cominciamo a scendere nel dettaglio della gara, partendo da sabato, quando Lupino sembra aver spinto di più, mentre Antonio ha dato l’impressione di prenderla più con calma.

“Cairoli doveva riprendere un po’ il ritmo della gara; ha voluto fare anche alcuni aggiustamenti sulla moto e con i turni brevi ha preferito concentrarsi sul mettersi a posto, piuttosto che provare il giro tirato. Alessandro, invece, era alla quarta gara con la Ducati ed è entrato in pista con un pacchetto più definito, potendo spingere sin dal primo giro”.

Domenica vi siete svegliati con il maltempo. Al di là del risultato, credi che per voi quelle condizioni siano state favorevoli o meno, nell’ottica del lavoro che dovete portare avanti?

“È stato un rischio, perché in queste condizioni non abbiamo svolto molti test. Quindi bene per i dati che potevamo portare a casa, un po’ meno perché dovevamo correre senza avere troppa esperienza in queste circostanze. Alla fine non c’è stato nessun problema al di fuori dell’ordinario e le moto si sono comportate benissimo. Erano condizioni che ad Antonio e Alessandro piacciono e quindi hanno dato il loro massimo; mi hanno detto di aver avuto un bel feeling e di essersi divertiti. Ma anche sabato siamo andati bene; credo che se anche domenica ci fosse stato il sole gli avversari sarebbero stati più vicini, ma il risultato non sarebbe cambiato”.

La gara

1/20

Parliamo delle partenze. Lupino si è schierato tutto a sinistra, come normale a Ponte a Egola, mentre Antonio ha scelto una posizione a centro destra, molto distante. Come mai?

“Avevamo individuato all’esterno e al centro i punti migliori per la partenza, considerando il fondo apparentemente più asciutto e duro in quelle aree. Lupino andava al cancello per primo e quindi ha scelto l’esterno, di conseguenza Cairoli si è schierato al centro. Fosse andato prima Antonio avrebbero fatto il contrario. L’input che abbiamo dato era solo di evitare di avere contatti tra loro. Come avete visto si sono rispettati, ma non si sono risparmiati”.

La fine di gara 1 è stata molto particolare.

“Antonio era un po’ arrabbiato perché, secondo lui, la gara sarebbe stata da fermare prima, mentre Lupino si è innervosito per la bandiera rossa esposta proprio nel giro in cui è passato in testa; così facendo ha chiuso secondo e ha perso potenzialmente 40 punti, che per il suo Campionato sono importanti”.

Arriviamo alla seconda manche, con una fase pre gara gestita diversamente dai due piloti. Lupino ha fatto il giro di ricognizione con il muletto, mentre Tony si è affidato unicamente alle immagini che hai fatto tu con il tablet in giro per la pista.

“Tony ha deciso di non fare il giro di ricognizione e così io l’ho aiutato a vedere le linee che si erano formate facendo dei video. Alessandro, invece, ha fatto il giro con il muletto in modo da avere la moto da gara pulita e più leggera per la partenza. Sono scelte che fanno i piloti”.

Il prossimo futuro

1/20

Come è stato lavorare con Tony in gara?

“Bello. Ma è chiaro che in quelle situazioni si devono creare dei meccanismi di affiatamento che arrivano col tempo, piano piano. Per entrambi è tutto nuovo, ma la soddisfazione a fine giornata è stata reciproca; è chiaro che più gare faremo insieme e meglio sarà”.

Quindi sarà possibile rivedere Cairoli in gara nuovamente?

“Sì, l’esperienza si ripeterà. Al momento non sappiamo se sarà ancora all’Italiano, se al Mondiale, se a qualche gara internazionale. In questi giorni definiremo i programmi di luglio, agosto e settembre, ma credo che Tony e Alessandro faranno qualche altra gara in più oltre all’Italiano”.

Perché non avete corso il GP d’Italia a Maggiora?

“Non siamo ancora pronti per fare il Mondiale. Vogliamo presentarci quando sarà il momento giusto. Per noi questa è ancora una fase di sviluppo, le moto sono dei prototipi, si devono fare i conti con quantità di ricambi, numero di moto e materiali ancora limitati. Schierarsi in gara crea inevitabilmente delle aspettative su Antonio e Alessandro e sulla Ducati in generale e vogliamo fare i passi giusti nei tempi giusti. Cairoli è lontano dal Mondiale da qualche anno e, prima di tornare a un GP, credo sia meglio correre una o due gare come rodaggio, per riprendere il ritmo”.

Prossimi step?

“Come dicevo a breve inizieremo a lavorare sulle sospensioni factory. Continueremo a sviluppare la moto di serie, ma presto sarà affidata ad altri collaudatori. Noi saremo sempre più impegnati con l’evoluzione di ciclistica e motore della moto factory, perché la nostra attività sarà quella di gestire i due piloti ufficiali per la stagione 2025”.

Svelerete i piani della prossima stagione al WDW di Misano?

“Forse un pilota, ma non penso tutti e due. Le idee le abbiamo chiare, ma dobbiamo aspettare i giusti tempi e mettere tutto nero su bianco”.

1/20

I video di Motociclismo Fuoristrada

© RIPRODUZIONE RISERVATA