Ci sono voluti quattro tentativi, ma alla fine un pilota Ducati è salito sul gradino più alto del podio di una gara del Campionato Italiano Motocross. Si tratta di Alessandro Lupino che ha vinto davanti al compagno di squadra Tony Cairoli l'insidiosa gara di Ponte a Egola, condizionata dal maltempo. Per approfondire alcuni temi e situazioni vissute nel weekend abbiamo incontrato il team manager della squadra Marco Maddii che, assieme al gruppo di lavoro del Ducati Corse Offroad capitanato da Paolo Ciabatti, sta portando avanti lo sviluppo della Desmo450 MX.
La prima impressione è che si sia fatto un grosso passo avanti rispetto alle prime tre gare. È così?
“Sì. Dopo Mantova abbiamo iniziato a girare di più, a provare diversamente e oggi se ne vedono i benefici. Sulle moto sono stati fatti miglioramenti e aggiustamenti, soprattutto a livello di sospensioni. Da dopo Cingoli abbiamo fatto uno step importante anche su questo”.
Siete passati da usare sospensioni Showa “standard” a prodotti racing?
“Adesso utilizziamo Showa Kit A. Non c’è tutta questa differenza rispetto alle sospensioni standard, ma sono migliorative in ottica gara. È tutto in linea con il programma schedulato per arrivare alla definizione della moto ufficiale del prossimo anno: siamo partiti con sospensioni originali, adesso usiamo le Kit A e poi avremo materiale Factory”.
A Ponte a Egola avete dominato dal primo all’ultimo giro, con entrambi i piloti. Ma gli avversari erano gli stessi delle tre gare precedenti. Secondo te a Ponte a Egola siete stati voi ad essere andati più forte o gli altri più piano?
“Penso entrambe le cose. La pista era molto tecnica e probabilmente gli altri erano più in difficoltà. Ma piloti come Gifting, Pancar o Forato sono piloti abituati a quelle condizioni e il livello del Campionato Italiano non è così male. Quindi direi che noi abbiamo fatto un passo avanti”.
Le moto di Lupino e Cairoli erano uguali?
“Sì, perfettamente uguali a parte le personalizzazioni delle impostazioni di guida e qualcosa sulla taratura di sospensioni; in base al peso cambiano le molle. Per quanto riguarda motore, ciclistica e performance erano identiche”.
Cominciamo a scendere nel dettaglio della gara, partendo da sabato, quando Lupino sembra aver spinto di più, mentre Antonio ha dato l’impressione di prenderla più con calma.
“Cairoli doveva riprendere un po’ il ritmo della gara; ha voluto fare anche alcuni aggiustamenti sulla moto e con i turni brevi ha preferito concentrarsi sul mettersi a posto, piuttosto che provare il giro tirato. Alessandro, invece, era alla quarta gara con la Ducati ed è entrato in pista con un pacchetto più definito, potendo spingere sin dal primo giro”.
Domenica vi siete svegliati con il maltempo. Al di là del risultato, credi che per voi quelle condizioni siano state favorevoli o meno, nell’ottica del lavoro che dovete portare avanti?
“È stato un rischio, perché in queste condizioni non abbiamo svolto molti test. Quindi bene per i dati che potevamo portare a casa, un po’ meno perché dovevamo correre senza avere troppa esperienza in queste circostanze. Alla fine non c’è stato nessun problema al di fuori dell’ordinario e le moto si sono comportate benissimo. Erano condizioni che ad Antonio e Alessandro piacciono e quindi hanno dato il loro massimo; mi hanno detto di aver avuto un bel feeling e di essersi divertiti. Ma anche sabato siamo andati bene; credo che se anche domenica ci fosse stato il sole gli avversari sarebbero stati più vicini, ma il risultato non sarebbe cambiato”.