Marco Gualdani
01 July 2024

Test Sherco enduro 2025: gentilezza che diventa performance

Le nuove moto francesi esaltano il concetto di semplicità di guida, presentando un telaio agilissimo ma anche molto stabile e motori che non vantano potenze particolarmente eccessive e che proprio per questo si fanno sfruttare a pieno. Vediamo come cambiano nel dettaglio le 2025 e come vanno, nel nostro test anteprima

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Sherco è un player sempre più importante nel mercato dell'enduro. Lanciato appena 25 anni fa ha saputo evolversi nella giusta direzione e oggi è di diritto nel ventaglio delle scelte degli appassionati, che possono spaziare in un ventaglio di sette proposte: le 2 tempi 125, 250 e 300 e le 4 tempi 250, 300, 450 e 500. Per il 2025 tutte hanno ricevuto un importante upgrade tecnico che ha portato i vertici aziendali, capitanati da Marc Tissier, a organizzare una presentazione stampa internazionale, come non avveniva ormai da diversi anni. Ci siamo ritrovati così tutti in una meravigliosa tenuta privata in Borgogna, per scoprire e poi provare le nuove Sherco da enduro.

Come cambiano

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Al primo sguardo si nota subito il diverso design che deriva da un aggiornamento a tutte le plastiche, dal parafango anteriore fino a tutto il retrotreno. L'obiettivo, oltre ad aggiornare il look, è quello di migliorare l'ergonomia e affilare i nuovi convogliatori con l'inedita cassa filtro, ridisegnata completamente. L'accesso al filtro avviene dal lato sinistro e tutta l'operazione è oggi molto molto semplificata e totalmente priva di attrezzatura. Grande attenzione anche alla riduzione del peso complessivo di tutti i modelli attraverso un aggiornamento mirato al telaio, al telaietto in alluminio, ai radiatori, alle piastre, al forcellone, alle ruote e relativi perni, e all'impianto elettrico. Il telaio, che resta monotrave in acciaio, cambia nella zona della culla e dell'attacco del mono ammortizzatore. A livello di motore non ci sono sconvolgimenti estremi e anche le 2 tempi mantengono l'alimentazione a carburatore. Su tutte, arrivano nuovi scarichi, marchiati Spes 3 per i 2T e Akrapovic per le 4 tempi; quest'ultime hanno anche un nuovo castello delle camme e una diversa pompa della benzina, mentre le 2 tempi 250 e 300 hanno un nuovo cambio, realizzato internamente in azienda.

La gamma enduro è identificata con la sigla Factory (che abbiamo provato), ma dopo qualche anno di assenza sono tornate anche le versioni Racing, meno kittate e più accessibili a livello di listino. Le scelte, in questo caso, sono limitate alle 300 2 tempi e 4 tempi che si differenziano per forcella a cartuccia aperta, piastre forgiate, manubrio, forcellone, gomme e leveraggio.

Come vanno

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Durante la giornata di test mi è capitato di pensare al fatto che Sherco abbia puntato sull'evoluzione minuziosa di un progetto ben definito, piuttosto che sulla rivoluzione ciclica, come fatto tante concorrenti. In Francia hanno portato avanti modelli sviluppati un passettino alla volta, in un modo molto simile a come si muove Beta. Il risultato è che oggi le moto vantano quella maturità progettuale che permette loro di godere di un alto livello qualitativo e di ottime performance.

A rendere il test interessante è stato il contesto, diviso tra un fettucciatone tipico dell'entroterra francese con allunghi e contropendenze impegnative e una parte nel bosco composta da single track velocissimi a parti molto più tecniche e guidate. A fare da denominatore comune a tutto il percorso è stato il fango, che ha reso le cose molto impegnative.

Questo contesto ha reso possibile inquadrare bene le particolari caratteristiche ciclistiche di tutte le cilindrate. Sono moto estremamente maneggevoli grazie a un anteriore "molto chiuso" e a un posteriore tendenzialmente alto. Una impostazione di questo tipo te le farebbe pensare agilissime ma poco stabili e invece sul veloce (anche bucato) mantengono un incredibile rigore. Qualche "scherzo" di anteriore lo hanno fatto durante la giornata, ma come detto il contesto era estremamente scivoloso e scelte ciclistiche così tanto particolari non possono essere impeccabili in tutte le diverse situazioni che l'enduro presenta. Trovare grip, si all'anteriore sia al posteriore, comunque, non è stato sempre facile. Era importante estremizzare il concetto di guida con i piedi a spingere sulle pedane e il sedere leggermente staccato dalla sella, per avere quel grip utile ad andare via dalle situazioni più impestate.

Un altro dettagli che le accomuna è la semplicità; tecnica quanto dinamica. Non sono certo moto impegnative sotto nessun punto di vista, hanno ciclistiche confortevoli e molto elastiche, motori che si sviluppano con erogazioni rotonde, potenza mai eccessiva, sound di scarico non appuntito. Sono fatte per spazi aperti, danno il meglio nelle situazioni scorrevoli, mentre pagano qualcosa "nell'estremo". Queste qualità, unite ai comandi morbidi, con manopole "big", le rendono moto piacevoli da utilizzare.

Vediamole cilindrata per cilindrata.

SE 125 Factory: Partiamo dalla più piccola della gamma, quella che mi è piaciuta di meno. Molto leggera, agile di ciclistica, ma anche caratterizzata da un motore perfettibile. Un po' vuoto ai bassi, bella parte centrale, allungo discreto ma non da riferimento. Una moto facile, ma che deve essere gestita nella parzializzazione, con questo ingresso in coppia molto presente. Questa sua leggerezza la rende anche la meno stabile nei tratti molto veloci, in corrispondenza delle sconnessioni più pronunciate.

SE 250-300 Factory: Mettiamo insieme le 2 tempi più grandi perché condividono la stessa base progettuale della ciclistica e anche del motore. Due moto piacevolissime, con una bella connessione tra il comando gas e la ruota posteriore, sound coinvolgente, erogazioni ben spalmate. La 250 è più rotonda, più calmierata, forse possiamo dire più sfruttabile. Mi è piaciuta moltissimo, anzi è stata la 2 tempi che ho preferito tra tutte. La 300 vanta quel pizzico di potenza in più che da un lato ti permette di andare molto forte, dall'altro è forse fin troppo. Grintosa, decisa, più rapida a prendere giri, tende a spegnersi agli alti, dove cessa la spinta. Stessa cosa per la 250 che nelle condizioni di oggi era quasi l'optimum.

SE-F 250-300 Factory: Accomuniamo anche queste due 4 tempi che condividono la piattaforma costruttiva e anche il fatto di essere le regine della gamma. Due modelli riusciti davvero molto bene, sinceri, facili, godibilissimi, completi. Una facilità di base che poi si traduce in performance, potendo sfruttare tutto quello che c'è a disposizione. La differenza dei motori, in questo caso, è di attitudine: la 250 non ha una potenza esagerata, si lascia strapazzare con grande semplicità, mentre la 300 è il non plus ultra di questo progetto, quello che ne definisce la maturazione e la potenzialità, con una potenza adeguata a fare bene un po' tutto e una trattabilità spettacolare. La 300 4 tempi è senza dubbio la migliore Sherco da enduro della gamma 2025, per il fatto di essere apprezzabile da una vastissima tipologia di piloti: divertente da impennare, bella da far derapare in uscita di curva, comoda, sincera, coinvolgente anche a livello di sound. Migliorabile, su entrambe, l'innesto delle marce quando si deve mettere una marcia a gas aperto, pur usando la frizione.

SE-F 450-500 Factory: Veniamo alle due big bore, due cilindrate che in Italia non stanno vivendo un periodo particolarmente felice a livello di mercato, ma che hanno ancora tanto da dire e regalare. Non puoi permetterti di strapazzarle come le 250/300, devi essere più gentile sul gas e capire bene come gestire la maggiore inerzia, ma una volta preso confidenza sanno regalare grandi emozioni, entrambe. Nei tratti aperti abbiamo raggiunto velocità spaziali, che davano il gusto dell'andare in moto, potendo sfruttare quella stabilità che deriva da un maggior peso inerziale che le rende impeccabili una volta lanciate, facendoti venire voglia di andare ancora più veloce. E forse ho apprezzato più la 500 della 450!

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