Marco Gualdani
12 February 2024

David Philippaerts: "Il segreto è che mi diverto ancora tanto"

Intervista esclusiva a David Philippaerts, che ci racconta la sua bella prestazione agli Internazionali di Mantova, in barba all'età e al poco allenamento

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La sorpresa degli Internazionali d'Italia a Mantova non è stato Gajser; neppure Ferruccio Zanchi o Simon Langenfelder. Quelli si sapevano. La vera sorpresa è stato David Philippaerts che a 41 anni si è tolto la soddisfazione di terminare decimo nella MX1, primo degli italiani, in sella alla Kawasaki KX450 di Scoccia. Lo abbiamo raggiunto il giorno dopo la gara, per farci raccontare come è andata.

Per prima cosa… come sei messo a dolori oggi?

“Pensavo peggio. Qualcosa a ginocchia e schiena, ma tutto sommato sto bene. Credo che domani sarà peggio, quando hai una certa età stai male il martedì e non più il lunedì”.

10° posto di giornata. Miracolo o te lo aspettavi?

“Miracolo no, ma non posso dire neppure che me lo aspettassi. Con la pista tecnica di ieri la mia esperienza è venuta fuori. Poi mi sto trovando molto bene con la Kawasaki nuova. Dobbiamo fare una serie di test e quindi sto correndo con la moto di serie, completamente originale”.

Qual è stato il segreto per raggiungere questo risultato?

“Quando vado in moto mi diverto ancora tanto e le condizioni di Mantova erano ideali per me. Mi sono divertito come un matto. Anzi mi diverto più in piste così tecniche rispetto a un tracciato veloce senza buche e canali”.

Partiamo dall’inizio della domenica. Nei tempi della mattina non sei stato particolarmente efficace.

“Io nei tempi non sono mai stato un fenomeno. Anche quando ho vinto il Mondiale nel 2008 capitava che facessi 18° il sabato e poi la domenica vincevo la gara. In più a Mantova non sono riuscito praticamente a fare neppure un giro buono, al mattino era un disastro. In pista eravamo in tanti, con tanto fango, si era pulita una sola traiettoria e o trovavi spazio o il tempo non veniva. Quindi tutto sommato il 20° non è stato neanche male”.

In gara 1 sei partito a centro gruppo e sei risalito di qualche posizione.

“Sono partito malissimo, a metà mi sono toccato con altri piloti e ho perso velocità. Poi nelle prime due curve mi sono un po’ infilato nel gruppo e sono transitato 16° al primo giro. A un certo punto mi ha passato Geerts e ho visto che faceva linee diverse dalle mie e l’ho seguito, migliorando tanto. Qualche sorpasso, qualche caduta degli altri e sono risalito fino a 12°. Ma la cosa importante è che non mi sono stancato troppo e alla fine avevo ancora energie”.

In gara 2 l’impresa: partenza davanti e grandi battaglie.

“Ho fatto un’ottima gara, anche come tempi sul giro, rispetto alla prima. In realtà non sono partito benissimo, ma la caduta di Gajser ha creato scompiglio nel gruppo e sono riuscito a infilarmi nel mucchio, uscendo sesto. Nei primi giri sono stato con i piloti di testa e non ho perso così tanto terreno. Ma alla fine ero stanco, sono calato, sono arrivati Forato e Gajser che andavano fortissimo e mi hanno passato. Nell’ultimo giro Forato è caduto e sono riuscito a fare 9° di manche e 10° di giornata, primo degli italiani”.

Come ti sei sentito al traguardo?

“Ero soddisfatto e contento, anche perché sono riuscito a tenere il mio passo in entrambe le manche. Questo nonostante fosse una settimana che non toccavo la moto, tra impegni e maltempo”.

Questo risultato cambia i tuoi piani stagionali?

“No, per il momento va tutto come avevamo previsto. Nei prossimi giorni farò una gara di beneficenza per ricordare Maikol Signani, quindi andrò a Soverato per il Beach Cross, dovrei fare gli Assoluti di enduro e poi si parte con l’Italiano. Sono libero di fare le gare che voglio e cerco di farne più possibili per divertirmi”.

Gara di enduro? Ho capito bene?

“Sì, stiamo provando a organizzare la prima di Assoluti a Cavaglià, con la nuova Kawasaki KX300X. Mancano ancora alcuni dettagli, ma mi piacerebbe provare”.

Oggi che fa David Philippaerts?

“Ho la mia scuola di motocross, alterno gli impegni in pista con i miei ragazzi, l’attività in officina per mettere a posto le moto, gli allenamenti in sella e le prove che devo fare con i miei partner. Poi gli impegni familiari”.

Perché è così difficile smettere di fare motocross?

“Non ti so rispondere. Mio papà Frank ha quasi 60 anni e ancora fa gare di enduro e di motocross. Anche mio fratello Deny inizia ad avere la sua età, ma nessuno ha voglia di smettere. Sarà il dna dei Philippaerts”.

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