Il curioso caso di Andrea Bonacorsi, dall'Europeo alla MXGP

In Portogallo Andrea ha debuttato in MXGP in sella alla Yamaha 450 ufficiale, dopo solo 4 gare in MX2. Troppo poche? Il salto è troppo grande? Oppure le certezze nello sport sono fatte per essere smentite?

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La piega che ha preso la carriera di Andrea Bonacorsi è molto particolare. Per lui quella 2024 doveva essere la stagione di debutto nel Mondiale MX2 e invece si ritrova catapultato nella top class dopo appena 4 GP, a soli 21 anni, in sella alla YZ450FM una delle moto più prestigiose. Una promozione "forzata" dagli infortuni di Jago Geerts e Maxime Renaux che hanno avuto come conseguenza quella di avere il solo Vlaanderen in pista con la Yamaha ufficiale. Così il team Kemea ha valutato la possibilità di trovare almeno un sostituto e dalla fucina della MX2 è stato "estratto" proprio Bonacorsi. I motivi sono fondamentalmente legati al suo fisico, alto, possente e "pesante", più adatto a una 450 che a una 250. Soprattutto per le fasi di partenza. Un "limite" dimostrato dallo stesso Bonacorsi nelle prime 4 gare del Mondiale MX2. Le partenze sono state spesso disastrose; pensate che su 12 start (considerando anche le gare di qualifica del sabato) Andrea è partito solo una volta nella top 10 e solo una nella top 5, in gara 2 ad Arco. In quella occasione ha dimostrato il suo valore, chiudendo la gara in terza piazza alle spalle di Laengenfelder ed Everts. Ma la partenza si deve fare e soprattutto è indispensabile per il risultato e Andrea è oggettivamente molto penalizzato in questa fase. Quindi, considerando che i risultati delle prime gare sono stati un po' al di sotto delle aspettative, e che le statistiche sulle partenze non sono a suo favore, si è deciso di spostarlo sulla 450.

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Andrea aveva già corso con la 450 allo scorso Motocross delle Nazioni in Francia e aveva stupito, contribuendo in maniera sostanziale al terzo posto finale della squadra italiana. Ma, si sa, quella gara è particolare, a fine stagione, animata da dinamiche diverse rispetto al Mondiale; insomma, non fa molto testo. Correre un anno intero in MXGP è ben altra cosa, sotto tutti i punti di vista. Nessuno, negli ultimi anni, ha bruciato le tappe come ha fatto Andrea e questo crea un interrogativo importante. Ha fatto bene o ha messo la sua carriera a rischio?

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Sarà il tempo a dirci ciò che succederà, nessuno al momento lo può pronosticare. Quello che si può fare è analizzare quello che è stato il passato di Andrea. Dopo il titolo Europeo 125 conquistato con Fantic (al debutto) e Maddii, Bonacorsi ha fatto la sua prima scelta difficile, quella di firmare con Yamaha per essere inserito nel progetto piramidale bLU cRU e trasferirsi in Olanda. Da buon montanaro Andrea non ha sofferto troppo il distacco dalla famiglia e l'isolamento, anzi è stato in grado di crearsi una nuova trama di rapporti personali molto profondi che gli hanno permesso di crescere anno dopo anno. Eh sì, perché la sua permanenza nell'Europeo EMX 250 è andata ben oltre i tempi previsti, protraendosi per ben tre stagioni. Nel 2023 è arrivato il titolo continentale e la promozione in MX2 e qui si arriva al primo dato "insolito": Bonacorsi ha militato per tre anni all'Europeo e solo per 4 gare in MX2. Troppo poche per pensare di passare in MXGP? Oppure non è così un problema?

Se si guarda alla storia di questo sport, in passato abbiamo visto piloti saltare a piè pari le categorie minori e schierarsi subito in 450. Il più eclatante esempio è quello di Desalle che nel 2009 si mise in luce, quasi da sconosciuto, in sella alla Honda LS addobbata con solo poche parti speciali, senza passare dalla 250. Ma possiamo citare anche Nagl o De Dycker. Ma oggi il Mondiale è molto diverso rispetto a 15 anni fa e il livello delle prime posizioni è talmente alto da non poter più pensare di iniziare da quello che si configura come il punto di arrivo di una carriera professionistica.

Restando sulla casistica, un cambiamento in corsa dalla MX2 alla MXGP, simile a quello che sta vivendo Andrea, è stato affrontato da Mattia Guadagnini due stagioni fa; ma in quel caso purtroppo si sono collezionati più infortuni che soddisfazioni. Tuttavia, anche in questo caso, viene da dire che il paragone non sia pertinente; Bonacorsi è un pilota e un ragazzo molto diverso da Mattia, sotto tutti i punti di vista, e quindi l'esperienza di Guadagnini non può essere presa in considerazione. A favore di Bonacorsi c'è la struttura, una delle migliori del paddock, e la moto che lo mette nelle condizioni di poter essere competitivo contro avversari blasonati e questo, nel caso specifico di Andrea, è un dato positivo.

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Lo scorso weekend Bonacorsi ha disputato il primo GP in 450 ottenendo un sesto posto assoluto incredibile, con due manche corse sempre all'attacco. Ma le condizioni erano davvero troppo particolari per creare un precedente e si dovrà aspettare il prossimo evento in Spagna per avere i primi riferimenti. Sia come sia, Andrea ha il diritto e il dovere di provarci e una sua affermazione sarebbe da evidenziare negli annali del motocross.

E per noi non è impossibile, considerando la persona e il pilota; Andrea una chance di farcela ce l'ha. Anche perché sapete una cosa? Ricordate chi ha vinto il titolo MX2 nel 2023? Esatto, Andrea Adamo; l'unico pilota tra i top rider della 250 a non aver fatto il percorso tradizionale 85-125-250-MX2. In barba alle statistiche e a certezze che nello sport durano finché qualcuno non le smentisce.

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