Passiamo alla 125, dove dovrai difendere il titolo vinto lo scorso anno. Da dove nasce questa passione per la piccola 2 tempi?
“Quando ero giovane sono passato direttamente dalla mini 85 alla 250 4 tempi, perché in quegli anni la 125 non aveva una categoria sua. Un po' mi mancava questa cosa, anche perché la 125 è una moto che mi diverte, anche più della 450. Qualche anno fa Renzo Sandroni mi ha contattato per correre il Prestige 125 e, siccome lui c’è stato per me quando ho avuto bisogno, adesso mi fa piacere ricambiarlo”.
Quindi sarai ancora nel team RSR?
“Sì, useremo sempre la GASGAS con cui abbiamo corso nel 2022 e 2023, una moto che ha ancora poche ore perché la uso praticamente solo in gara. È l’ultima versione della moto a carburatore e la voglio così, perché non mi piace l’iniezione sulla 125”.
Da qualche anno sei il punto di riferimento del Prestige 125 e a volte fatichi a trovare avversari Elite del tuo livello. Cosa manca a questo campionato per arricchire il suo parterre?
“Credo che sia solo un problema di budget dei team. Il campionato è bello e so che tanti piloti lo vorrebbero correre, ma non riescono a farlo perché per le loro squadre è un costo che non si possono permettere. Io ho la fortuna di avere Sandroni che si dedica solo al 125, ma in generale i team dei piloti Elite investono nel Prestige MX1 e nella stagione internazionale e fanno fatica a trovare le risorse per affrontare anche il campionato 125. Purtroppo nel motocross di oggi è difficile far quadrare i conti”.
Che ne pensi del calendario del Prestige 125 quest’anno?
“È praticamente uguale a quello del 2023, tranne Malpensa che entra al posto di Bosisio Parini. Sono tutte belle piste old style, con tante salite e discese, dove c’è gusto a usare il 125. I terreni non sono preparati come al Prestige MX1, ma è giusto così, perché è un campionato dove corrono anche gli amatori e gli Over 40 e quindi bisogna trovare un compromesso che vada bene un po’ a tutti”.