Marco Gualdani
06 March 2024

Rocco Siffredi: "Se rinasco voglio fare il pilota di motocross"

Esce oggi su Netflix "Supersex" la serie TV che racconta la vita di Rocco Siffredi, il pornoattore più famoso del mondo, nonché grandissimo appassionato di moto e di fuoristrada, come lui stesso ci racconta in questa intervista esclusiva

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Rocco assieme alla sua famiglia in occasione della premier della serie tv "Supersex"; ci sono la moglie Rosa e i figli Leonardo e Lorenzo, anche loro appassionati di moto

Rocco Siffredi è uno degli italiani più conosciuti al mondo; è il re dell'hard, un numero uno assoluto, la rockstar delle lenzuola. La sua storia è straordinaria e Netflix l'ha voluta raccontare nella serie tv "Supersex", disponibile da oggi: Rocco è rappresentato dall'attore Alessandro Borghi, in un cast composto anche da Jasmine Trinca e Adriano Giannini. Tutto inizia da Ortona, bellissima cittadina abruzzese adagiata sul mar Adriatico, ma troppo stretta per lui che, nel 1983 parte per diventare in pochi anni il porno attore di riferimento a livello planetario. Le donne, però, non solo l'unica cosa che gli fa girare la testa; dentro Rocco ha la passione per le moto, esattamente come noi. Lo avevamo incontrato nell'estate del 2015, approfittando di una visita al suo inseparabile amico Riccardo Boschi (JK Racing), per realizzare un'intervista che venne pubblicata su Motociclismo FUORIstrada 08/2015. Abbiamo trascorso qualche ora assieme a lui, tra l'officina e un pistino nei pressi del team, trattando tematiche ancora attuali sulle moto e sulle donne, che riproponiamo.

Ciao Rocco. Possiamo definirti un pilota "superdotato"?

"Se con la moto andassi la metà di come vado con le donne sarei contento... Purtroppo nella mia vita mi sono dedicato troppo alle donne e poco alle moto; ma le due ruote restano una grande passione. E, se rinasco, voglio fare il motociclista".

Addirittura? Che tipo di motociclista?

“Il crossista. A me piace molto il rapporto con la natura che è legato a questo sport; inoltre credo che sia una delle pochissime discipline del motociclismo in cui il pilota riesce ancora a fare la differenza".

L'enduro non ti piace, invece?

"Sì, molto e io vengo da lì. Il problema è che andare in giro con la moto è troppo pericoloso. Rischi d'incontrare gente contromano, trattori, auto, ciclisti, di tutto. Le mulattiere sicure sono molto difficili da trovare e ho troppa paura di farmi male di nuovo in posti irraggiungibili. Da lì la scelta di fare solo motocross in un circuito chiuso, pur con altri tipi di pericoli. Il rapporto con il terreno è lo stesso e quando impari a saltare è veramente una figata pazzesca”.

Hai un pilota preferito?

“Da ragazzino amavo McGrath tra gli americani e Alex Puzar per il Mondiale. E poi Cairoli… Mi sono affezionato molto anche a James Stewart, perché adoro i personaggi fuori misura, quelli che rischiano tantissimo, fino all’ultimo giro. Al contrario non mi piacciono molto i calcolatori, preferisco il genio artistico a quello razionale che sa sempre cosa fare”.

Hai stima per chi pratica questo sport?

"Tantissima, è uno sport pazzesco. Anche in una caduta in allenamento puoi chiudere la carriera. Questo vuol dire che siamo di fronte a dei grandi gladiatori".

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foto Davide Lo Conte

Hai una moto preferita?

“Sono un amante del marchio Yamaha e sono uno che si affeziona. Credo che siano le moto più facili da usare per un amatore come me. Ho tanti ricordi con Yamaha, non solo legati al motocross, ma anche alla Ténéré, la moto con cui partii da Ortona per andare a Parigi all'inizio della mia carriera, nel 1983. Oggi nel mio garage ho la nuova 700, con la stessa colorazione giallo e celeste”.

Hai anche brutti ricordi legati alle moto?

"Eccome. Durante le riprese di un film una ragazza doveva darmi uno schiaffo, ma era troppo tesa e mi fece un occhio nero. Fu una giornata terrificante e, per sfogarmi, andai a farmi un giro con una 450. Presi in pieno un’auto a tutta velocità e mi frantumai tutto. Un’altra volta ero a Malagrotta a girare con Chicco Chiodi che faceva un salto in salita incredibile. “Ma come fai”, gli chiesi: “Basta affrontarlo in quarta piena” disse lui. Lo feci, ma la moto si imbarcò e atterrai al contrario: scafoide e clavicola rotta anche quella volta. Dolore e piacere spesso vanno insieme”.

Sarà banale, ma te lo chiedo: trovi similitudini tra la moto e le donne?

“Per forza. Sono molto simili, sono capaci di darti entrambe grandi soddisfazioni. Quando apri il gas è come quando pompi forte… Quando vedi quella che è sotto di te che strilla come una pazza è come quando riesci a dominare una moto. Peccato che io le moto non sia mai riuscito a farle strillare troppo. Far urlare una moto è molto più complicato che far strillare una donna".

Hai portato la tua passione per le moto anche in video, con alcuni film dedicati.

“Sì, ne ho fatti: Furios Fucker, Supermot Hard… Bellissimi. Erano anni in cui c’erano più soldi per la produzione e si potevano fare delle cose carine e divertenti. Poi internet ha rovinato un po’ tutto, perché quando hai quello che ti serve gratis diventa dura fare quello che si faceva prima”.

Internet ha cambiato il porno?

“No, ha cambiato il modo di fare soldi. I primi ad aver capito come sfruttarlo sono stati degli ex hacker molto giovani, più di 20 anni fa. In poco tempo hanno fatto più soldi di gente che ha lavorato in questo ambiente per 40 anni, guadagnando cifre già molto alte. Oggi ci sono 5 siti che coprono tutto il Mondo e che incassano quasi un milione al giorno. Non tanto con i download, ma con la pubblicità. Se vuoi pubblicizzare il tuo nome su uno di quei siti paghi una barca di soldi".

I piloti migliori sono quelli che vincono ed è semplice identificarli. Come si fa, invece, a essere i migliori facendo quello che, bene o male, facciamo tutti?

“Non è così facile. La pornografia è un mestiere vero e proprio, ti ritrovi davanti alle telecamere con una o più donne, con diversi modi di fare sesso, dal romantico all’estremo; cambia tutto. Ci sono poi delle regole primarie di comportamento, ma anche di igiene; in giro c’è una totale assenza di nozioni e tanto da imparare. Per questo ho fondato la Rocco Siffredi Academy. Nel nostro mondo, come in tutti gli altri, nessuno nasce imparato e anche io all’inizio non conoscevo la donna come la conosco adesso. E pensa che non ho ancora finito di conoscerla, perché il giorno che pensi questo sei morto”.

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Rocco assieme al suo amico Riccardo Boschi del JK Racing 

Visto che le conosci un po’, ci dai un consiglio su come convincere le nostre compagne a farci andare a girare in moto senza "litigare"?

“Devi accontentarla tanto prima… Così è lei che ti manda via di casa perché hai rotto le scatole. In questo modo vai alla grande”.

Sesso prima della gara: sì o no?

“Dipende dall'atleta e dallo sport che si pratica. È soggettivo. C’è chi si rilassa e chi, invece, si motiva. So che Tyson lo tenevano in astinenza per lunghi periodi per incattivirlo prima dell'incontro, così quando andava sul ring era una bestia. Bisogna vedere se hai bisogno di stare calmo o di essere aggressivo in quello che fai. Sono sicuro che uno come Cairoli lo fa tranquillamente prima e dopo e potrebbe farlo anche durante se avesse un po’ più di tempo”.

La vita perfetta in che percentuale è tra donne e moto?

“50% e 50%. Qualcuno dirà che sono impazzito, ma la penso così. La mia vita è stata il 99% a favore della donna, ma quell’1% sulla moto è stato di vera passione. Per questo dico che la vita perfetta è a metà tra le due cose, anche perché come dicevamo prima sono molto simili. La moto va guidata, va amata e rispettata”.

E a volte ti fa anche arrabbiare.

“Sì, ma è il suo bello. Sarebbe insipido se fosse tutto facile. Lo stesso vale per le donne; se trovi una che te la dà dopo due minuti ti scende la voglia. È bella la donna di carattere, così come è bella la moto di carattere”.

Tu sei l'idolo di molti. Chi è, invece, il tuo?

“Invidio tutte le persone che hanno fatto della propria passione un lavoro. Invidio Cairoli, Valentino. E se non fossi Rocco Siffredi probabilmente invidierei anche Rocco Siffredi”.

Immagine Davide Lo Conte

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