Marco Gualdani
09 February 2024

Berera, RedMoto: "Il 2024 è un anno chiave per Honda nel fuoristrada"

Honda sta tornando sempre più protagonista nel fuoristrada, con nuovi modelli (anche elettrici) e un impegno sportivo che riporta agli anni d'oro della HRC. Ne parliamo in esclusiva con Michele Berera, direttore commerciale e marketing del distributore italiano RedMoto che festeggia 10 anni di attività

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C'era una volta la Honda; le sue moto da cross erano avanti anni luce rispetto alle concorrenti, sia in contesti racing sia per il prodotto di serie. Honda era il riferimento assoluto per il motocross, in tutte le cilindrate. Poi l'impegno della casa di Tokyo si è ridotto, l'attenzione dell'azienda si è spostata su altri mercati e si sono avvicendate altre aziende. Honda è presto uscita anche dalle competizioni e, per anni, non si sono viste HRC vere impegnate nel fuoristrada. Poi qualcosa è cambiato; intorno al 2016 Honda ha ripreso a investire anche nel mondo del tassello, con un posizionamento orizzontale e ambiziosi obiettivi. Ci è voluto tempo, si sono dovuti riconsiderare alcuni aspetti tecnici, ma oggi Honda fa paura come una volta. Ha vinto la Dakar 2024, si è presa Supercross e National USA lo scorso anno, ha appena lanciato il prototipo della nuova CRF450R, è tornata a investire in MX2 con Ferruccio Zanchi. Hanno Jett Lawrence, Tim Gajser, Toni Bou. I migliori. Honda ha ricominciato a fare la Honda. Per capire di più questa politica di rilancio, abbiamo raggiunto Michele Berera, direttore commerciale e marketing di RedMoto, che nel 2024 festeggia i 10 anni di attività come distributore Honda da fuoristrada sul mercato italiano.

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Ciao Michele, cominciamo dal bilancio di questi 10 anni di RedMoto.

“Sono stati 10 anni intensi; siamo partiti senza sapere bene dove saremmo potuti arrivare. Fortunatamente abbiamo sempre avuto dalla nostra parte il supporto della filiale Italiana di Honda di Europa con cui abbiamo un rapporto forte e solido. Siamo cresciuti dovendo rispettare standard qualitativi molto alti per le omologazioni delle moto, al punto che quasi non riesci a capire fino a dove è arrivata Honda e dove è subentrata RedMoto. Oggi l’azienda è affermata a livello europeo e i nostri prodotti arrivano in tutto il mondo. Per esempio, Ferrandis ha corso le due gare di Supercross sul fango con la nostra ventola sul radiatore. Qualcosa di interessante in questi anni l’abbiamo fatta”.

Dovessi riassumere i punti cardine di questa decade cosa diresti?

“Quando nel 2013 Honda ci ha nominato distributore ufficiale per l’Italia dei modelli CRF siamo partiti praticamente da zero. Dovevamo costruire, oltre all’azienda, una rete vendita ed è stato chiaro a tutti che con solo due modelli da cross (250 e 450) non potevamo fare molto. Così è arrivata l’autorizzazione a realizzare e distribuire la gamma enduro anche grazie alla pluriennale esperienza in questo campo del titolare Egidio Motta. Poi c’era in ballo anche la distribuzione delle Montesa per il mercato trial. Partire e creare la base è stata una delle fasi più importanti. Un altro momento che ricordo con piacere è stata la realizzazione dell’Africa Twin Rally; credo sia stata la prima volta che Honda Europa ha autorizzato una modifica così invasiva per un prodotto stradale con la relativa distribuzione. Ne abbiamo fatte 100 e ancora oggi le trovi in giro a prezzi altissimi. In questi anni abbiamo anche affrontato tutti i cambiamenti tecnici delle varie generazioni di moto da cross e abbiamo gestito internamente il team del Mondiale Enduro con Carlo Curci come manager, le collaborazioni con organizzatori e team. Tante cose”.

L'Africa Twin Rally

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Oggi le moto sono ancora due (250 e 450), ma la gamma enduro è molto ampia.

“Noi riceviamo dal Giappone le versioni RX che altro non sono che delle cross con cavalletto, serbatoio più grande, centralina e mappature diverse, setup sospensioni dedicato e 18’’ posteriore. Una piattaforma mondiale. Noi montiamo quello che serve per poter rispettare le regole di circolazione in Europa (compresa l’Inghilterra). Su questa base deriviamo due ulteriori cilindrate la 300 e la 400 e proponiamo anche le corrispettive versioni Special: si tratta di un kit del valore di circa 3.500 euro, che offriamo a 1.300 euro in più rispetto al listino delle moto standard. Lo scorso anno, poi, ricorreva il 50° delle Honda da cross e abbiamo creato anche le versioni Anniversary. Insomma, con 2 modelli abbiamo creato una gamma enduro di ben 12. Senza contare tutte le parti speciali del nostro catalogo sviluppate sulle moto da gara che sono a disposizione di tutti e creano ulteriori personalizzazioni”.

Quelli trascorsi sono stati 10 anni particolari per il prodotto Honda, che sembrava aver ridotto l’impegno nel fuoristrada, non solo in Italia. Oggi l’impressione è di vivere un importante rilancio.

“Honda ha deciso di continuare a sviluppare il prodotto, portando avanti la sua filosofia, quella di proporre moto durevoli nel tempo e alla portata di tutti, senza estremizzare le prestazioni. Questa costanza alla lunga premia perché coinvolge la massa, piuttosto che mirare a un determinato tipo di pilota”.

Uscendo dai nostri confini, Honda è passata a non essere più presente direttamente in nessun campionato, a essere ovunque: MXGP, Supercross, Dakar, Enduro. Suzuki si è arresa, Honda ha spinto sull’acceleratore.

“L’obiettivo è far vedere che il marchio esiste ed è vincente; questo trascina poi tutto il resto e non si limita alla parte fuoristrada. Per esempio, vincere la Dakar porta benefici anche e soprattutto alle vendite delle maxi enduro come Africa Twin e Transalp”.

Il fuoristrada è solo una piccola percentuale dell’attività di Honda, ma ha un peso enorme sulla reputazione di un marchio. Il rischio vale la candela?

“Sì. L’impegno parte dal Giappone, sotto forma di sviluppo del prodotto in una condizione estrema. Più fai bene nelle situazioni dell’offroad e più hai il peso di quanto vale il tuo prodotto. È fondamentale essere presenti alle gare, è fondamentale cercare di vincere o stare davanti; finché lo fai vendi le moto, appena ti fermi smetti anche di vendere. Potrei farti mille esempi”.

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Steve Holcombe con Egidio Motta, CEO di Honda RedMoto

Veniamo all’enduro; quest’anno avete in squadra Steve Holcombe. Come avete fatto?

“Sono tanti anni che RedMoto investe nel Mondiale EnduroGP e quest’anno lo ha fatto in modo particolarmente importante. L’accordo con Steve è stato voluto fortemente da tutti noi: la direzione, il commerciale, i manager, Honda stessa. Volevamo un pilota che potesse lottare per vincere, con tutti i rischi che ne conseguono. Qualcuno che potesse scrivere una storia. Quando abbiamo saputo che c’era la possibilità di parlare con Steve si sono tutti scatenati. Dopo anni di ottima presenza nel paddock è arrivato il momento per noi di provare a fare il salto, credendoci fino in fondo. Ci ha fatto anche piacere scoprire che Steve ci tenesse a guidare una Honda e che voglia vincere con una cilindrata piccola, scegliendo la 250 4T”.

Il contratto di Steve è diretto con RedMoto o è con il team di Matteo Boffelli?

“Con il team. Dopo aver gestito internamente la parte sportiva per tre anni, abbiamo deciso di concentrarci sulla produzione di utili, da reinvestire poi in attività sportiva. Il team interno all’azienda porta una dispersione di energie eccessiva”.

Siete molto impegnati anche nella Supermoto, nonostante sia sempre più una nicchia.

“Anche lì valgono le stesse regole dei mercati che abbiamo trattato. Siamo stati spesso protagonisti nella supermoto, prima con Lazzarini, poi con Schmidt, oggi con Elia Sammartin, supportato dal team di Gazzarata. Abbiamo una moto molto competitiva, portiamo avanti un lavoro di sviluppo mirato, parallelo a quello dell’enduro”.

State investendo molte risorse.

“Il 2024 è l’anno in cui RedMoto ha investito di più. Abbiamo messo in campo anche una serie di supporti su dealer e team volti ad aumentare ancora di più la copertura di Honda sul mercato, consapevoli che il nostro prodotto è molto valido”.

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Ed è in arrivo una nuova CRF450R, quella vista in mano a Tim Gajser.

“Il ciclo delle nostre moto rispetta delle annualità fisse e quindi è probabile che a settembre arrivi qualcosa di nuovo; per questo è il momento giusto per noi per mettere una marcia in più e far tornare la Honda al posto che merita, con tanto rosso in più in tutte le manifestazioni. Quando correvo io negli anni 90 c’erano le Honda e poi qualche altra moto. Oggi non è più possibile arrivare a quel livello, ma abbiamo bisogno che di Honda ce ne siano tante, in tutte le categorie. Vedrai che già quest’anno all’Italiano motocross ci sarà un bel po’ di rosso”.

HRC sta sviluppando anche la CR ELECTRIC. Cosa puoi dirmi di questo progetto?

“Non molto, perché anche le informazioni in nostro possesso sono limitate. Sappiamo che si tratta di un prototipo fatto dalla Honda e che stanno facendo sviluppo e questo può voler dire tutto o niente. Magari l’obiettivo è testare una tecnologia nuova nelle peggiori condizioni possibili, cioè nella terra, nel fango, tra acqua e sassi, da lavare con l’idropulitrice. Poi se ne decide l’applicazione e tra qualche anno potrebbe capitare di vedere quel motore su uno scooter; oppure scoprire che arriverà davvero come moto da cross. Dobbiamo aspettare”.

Possiamo sognare di rivedere una Honda CR 2 tempi?

“No, questo è impossibile. Honda ha deciso di non produrre più quel tipo di motori e per un distributore come RedMoto sarebbe insensato montare un propulsore a 2T su una ciclistica di una CRF, per un discorso di economia di scala, ancora prima che di permessi da parte di Honda. Ammesso che ce ne diano la possibilità, la moto avrebbe un costo altissimo, sproporzionato rispetto al mercato”.

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